martedì 24 gennaio 2012
Intervista a Bob Marongiu
Questo mese lo dedichiamo all'arte e in particolare alla pittura. Ho avuto la possibilità di rivolgere alcune domande a Bob Marongiu, pittore famoso per i suoi quadri ed il suo stile, ben conosciuto anche fuori dalla Sardegna, che per lavoro e per esigenze familiari si divide tra Oristano e Cagliari, nel suo laboratorio in via Torino 12.
- Bob quando è nata la tua passione per la pittura?
La mia passione per la pittura nasce quasi per caso. Ricordo di essere rimasto colpito da una ragazza che proponeva in giro un book con i suoi quadri, cercando di venderli. I suoi lavori trasmettevano un qualcosa, un messaggio che andava oltre la semplice rappresentazione grafica. Fondamentale è stato poi lo studio, in 5° superiore, dell'arte moderna: Renoir, Picasso, Matisse, Mirò. E pensare che molti insegnanti non arrivano nemmeno a questa parte di programma, che si trova alle ultime pagine del libro. Insomma tutto questo ha fatto sì che il mio punto di vista sull'arte iniziasse a cambiare.
- Il tuo stile è conosciuto da tutti. Come nasce?
Oltre alle influenze artistiche di cui sopra, un ruolo importante hanno avuto anche i personaggi del mondo dei fumetti: Walt Disney, Mordillo, i Barbapapà, solo per citarne alcuni. Io ho imparato a far "sorridere seriamente", cercando di comunicare sempre un sentimento di allegria. A volte ci dimentichiamo che non serve un gesto eclatante per emozionarsi. Anche i sentimenti semplici come l'allegria possono farci riscoprire il piacere delle piccole cose.
- Come ti stai trovando a Cagliari e come ti sembra la città a livello artistico?
Cagliari è come le altre città: tutto il mondo è paese. Però in più ha il cielo, il mare, i colori. Non ci sono grattacieli, nebbia o smog. Sono i suoi colori a fare la differenza rispetto a tante altre città e questo conta sopratutto a livello artistico. L'idea di restare a Cagliari nasce nel 2005, per esigenze familiari. Avendo la famiglia a metà strada tra Oristano e Cagliari, ho deciso di aprire uno studio anche quà. Io posso dire di aver trovato l'America a Cagliari. Ma sia chiaro, l'America deve essere dentro di noi, bisogna inventarsi la felicità. Sai è un pò come aprire il frigo e trovare un paio di cose dentro: le prendi e ti inventi un piatto nuovo.
-Che consiglio daresti a chi vuole dedicarsi all'arte?
Io ho fatto tanti lavori, compreso il cameriere in giro per l'Europa. Stavo sempre attento ai dettagli, cercando di capire quali fossero i segreti per avere successo e quale fosse il giusto modo di rapportarsi agli altri . Molta gente ha qualità, magari produce bei lavori, ma aspetta sempre che arrivi il capolavoro prima di lanciarsi e magari questo è già arrivato o non arriva mai. Io ho colto tutte le occasioni interessanti che mi si prospettavano. Ad esempio ho fatto mostre in tantissime location, anche le più impensabili, come da un gommista o in un frutteto, dove il vento rischiava di far volare via tutti i miei lavori. Si è artisti nel momento in cui si produce il quadro e si trasmette su tela un sentimento, ma non dimentichiamoci che, una volta finito, hai pur sempre un bene commerciabile.
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